lunedì 1 aprile 2013

Ep. 14 - Questo perché non so scrivere sceneggiat​ure!

 
Se questo fosse un film...innanzitutto sarebbe un film. E quindi voi stareste guardando. E quindi tutti lì ad aspettarsi una serie di cliché, di inquadrature, di movimenti di macchine e vaffanculo.
Se questo fosse un film, e dico un film di molti molti anni fa...il vaffanculo me lo censurerebbero ma di questi tempi nei film ci mettono di tutto e quindi che vadano tutti a farsi fottere.
Comunque...tornando a noi...

Se questo fosse un film partirebbe col nero...il mio nome...il mio...ciao io sono il regista...insomma, il mio nome uscirebbe al centro...preciso...bianco su nero...con uno stile di scrittura che pare uscito da una macchina da...scrivere, appunto. Il mio nome. Al centro preciso. E sotto in piccolo "presenta".
E si perché...se questo fosse un film...sarebbe un mio film. Una mia creatura. Il mio bambino. Un bambino. Ecco. Esatto.

Se questo fosse un film il titolo non lo vedreste...ma dopo il mio nome e la parola "presenta" il buio scomparirebbe per dare spazio ad una inquadratura dall'alto di una camera. La moquette con i ricami di una strada (o almeno credo sia una strada) che gira fino a creare un vortice...e al centro...un bambino. Seduto. Che gioca.

Se questo fosse un film sarebbe un film sperimentale. Uno di quelli che se sei un cinefilo o un recensionista ci trovi di tutto e di più all'interno fino a dire che io, il regista, quello di "presenta"...sono depresso e faccio film per saltare la seduta dal prete confessore. Dal padre spirituale. Dallo strizzapeccati. Ehi...non ho niente contro di lui, mi salva la vita. Don Salvalavita Beghelli.

Torniamo al bambino...torniamo da lui che sta giocando con le macchinine, ah, non ve l'avevo detto? Beh ma se questo fosse un film lo vedreste, non dovrei dirvelo giusto? Comunque... Gioca con le macchinine e l'inquadratura stringerebbe su di lui. Piano. Piano. Con quella lentezza che da professionalità al tutto, che poi la gente s'accorge che sono nato sul web e ci vuole poco che i professori mi cacciano da Hollywood a calci in culo. E a me chi me la salva la vita poi? Don Beghelli?

Se questo fosse un film la scena cambierebbe di scatto sulla porta che si apre...ed entra una donna. Ed entra la mamma. Ed entra lei. No...non tutte e tre. Non sono tre. È solo una. Mistero della fede. Taglio. Cut. Ed entra la mamma aprendo la porta della stanza.

Se questo fosse un film i toni di colore sarebbero freddi. Per dare quel tono di triste riflessione, che poi ci vuole poco che si ricordano che facevo il pagliaccio sul web e mi mandano a fanculo. E ringraziamo che la censura non ci rompe i coglioni oggi. Anche se Don Beghelli ora come ora qualche chiamata al telefono me la fa...non ora padre. Non vede che sto parlando? Cioè scrivendo? Cioè girando? Cioè...vivendo?!

Se questo fosse un film la madre ai avvicinerebbe al bambino in maniera preoccupata e per la ripresa adotterei un rallenty ben posizionato, puro, semplice...come Scorsese nell'ultima tentazione di Cristo per capirci.
Don Beghelli non ora!
Un rallenty preoccupato. Si. È l'accostamento giusto. Lentamente si avvicinerebbe al bambino. E appena lo prende in braccio...taglio. Cut. Sul nero.

Se questo fosse un film stareste in sala e a questo punto sul nero che non v'illumina potreste avere tre pensieri:
Primo. Che cosa cazzo è successo? E ringraziereste che la censura nella vita non esiste (per poi fermarvi a riflettere che in effetti già vi limitate abbastanza per poter sopportare anche una censura). Secondo. Quanto cazzo ho pagato per vedere questa schifezza? E non so perché a questo punto mi viene in mente il mio "presenta". Terzo. Col nero nessuno ci vede se iniziamo a pomiciare.

Per quanto avrei maggior piacere a seguire le vicissitudini di questo terzo filone, non ci porterebbe a nulla e poi diciamocelo...il voyeur è così anni '70! Quindi proviamo a seguire il primo punto (per il secondo tranquilli ragazzi...i soldi non sono ancora arrivati a me, quindi siete ancora in tempo per riprenderveli).

Che cosa cazzo è successo? Beh...se questo fosse un film a questo punto lo scoprireste...perché dal nero che non illumina comparirebbe un uomo. Con la barba. Seduto davanti alla tomba di suo padre. Davanti. Non accanto. E che è di suo padre lo capite perché sulla lapide ci sarebbe scritto semplicemente "papà". (E non so perché a questo punto mi viene in mente il mio "presenta"). Beh ci sarebbe questo tipo davanti alla tomba di suo padre e partirebbe a parlare. Attacca un monologo semiserio sulla scia dell'umorismo alla woody allen guardando in camera...parlando di sua madre.
Questo tipo davanti alla tomba di suo padre inizia a dire che avrebbe dovuto trattare meglio sua madre. Che avrebbe dovuto starle accanto nei momento di stanchezza. Dopotutto era sua madre. Che avrebbe dovuto ascoltarla di più e criticarla di meno. Dopotutto.
Questo tipo davanti alla tomba di suo padre dice che sua madre era una grande donna. Che la sua affettività riempiva. Come l'uovo a pasqua. O come il pandoro a natale.
Questo tipo davanti alla tomba di suo padre attacca a sparare tutta una serie di fatti in cui avrebbe dovuto fare di più per sua madre. Di quella volta che non l'ha aiutata con la spesa. Di quella volta che non l'ha aiutata con la casa. Di quella volta che non l'ha aiutata con il pranzo, la cena, la colazione, i biscotti di natale, la pastiera siciliana, il frullato, i gelati. Di quella volta che non l'ha accompagnata. Di quella volta che non le ha creduto. Di quella volta che l'ha criticata. Di quella volta che non le ha chiesto perdono.
Questo tipo davanti alla tomba di suo padre, quella lapide con scritto "papà", a questo punto sta zitto e guarda in camera.
E se questo fosse un film dall'alto cadrebbe con un suono ironico un cellulare sull'erba, e inizierebbe a squillare.
Il tizio prenderebbe il cellulare e di fronte alla lapide con scritto "papà" risponderebbe.
"Mà? Mamma sei tu? Cosa? Le uova? Ma adesso? Ma saranno chius...va bene. Ok. Va bene. Ti prendo le uova. Ok! Ciao!"
E se questo fosse un film attaccherebbe, direbbe "Che palle" e...cut. Taglio. Bum. Nero.
Il nero che non illumina.
Il nero che nasconde.
Il nero che spaventa.

Se questo fosse un film stareste in sala e a questo punto potreste avere tre pensieri:
Primo. Cosa cazzo significa? E perdonatemi se la domanda mi fa sogghignare. Secondo. Non pensereste nulla. Avreste già ripreso i vostri soldi e ve ne sareste andati da un bel pezzo. Terzo. Misà che è cotta abbastanza per il prossimo passo...quando finisce il film?

Per quanto sarebbe interessante e tragicomico vedere come va a finire tra i due del terzo pensiero (non potete immaginare cosa succederà loro! Vi dico che centrano una pasticca di Buscopan, il rossetto di lei e l'ecografia del tumore appena diagnosticato alla condomina del piano di sotto) non siamo qui per questo e nel secondo pensiero la strada cade nel nulla, e non c'è spazio qui per un'altra dose di nichilismo. Quindi continuiamo a seguire la prima strada.

Cosa cazzo significa? Scusate se sogghigno. Mi viene naturale. E questo perché se questo fosse un film...ora dal nero che non illumina voi vedreste me, il regista, guardare in tv il mio stesso film.
Vedreste il finale, che avete appena guardato, nella tv, e vedreste la scena chiudersi sul nero, proprio come avete visto voi prima. Sul nero. Ma un nero che mostra.
Nello schermo nero, infatti, a questo punto, vedreste il mio volto riflesso fissare immobile la tv. E quando dico immobile intendo dire che dopo un po' non riuscireste a trovare differenza tra me e la poltrona dove sono seduto.

Se questo fosse un film ora vedreste il mio braccio muoversi e immagino che i pochi di voi rimasti avrebbero un sussulto quando nell'inquadratura vedrebbero entrare una pistola.
Dico "pistola", così, generico...perché quello che vedreste sarebbe talmente veloce che non avreste il tempo di chiedervi se è una Glock semiautomatica o altro, e comunque non riuscireste a capirlo. La pistola me la ficco in bocca e nello schermo della tv vedreste la mia testa all'indietro e il sangue sulle tende.

Se questo fosse un film ora vedreste la tv riaccendersi e vedreste di nuovo me, sorridente, in una foto di troppi anni fa...e sotto la foto comparirebbe un scritta, bianco su nero, come se fosse uscito da una macchina da scrivere:

In loving memory of...

Se questo fosse un film immagino che tutto questo vi stupirebbe.
Ma questo non è un film.
In loving memory of ME ma questo non è un film...e l'unica cosa che potreste vedere, ora....sono gli schizzi di sangue sul block notes.

1 commento:

  1. e tutto questo mi ricorda Claudio, ma forse solo per la recensione di Andare Via. Boh, non lo so.

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