CHIODO SCACCIA CHIODO AI TEMPI
DI SIRI?
"Due bionde piccole" ed
il bello è che ce le porta subito.
Lui mi guarda ed alza il
bicchiere per chiedere il cin-cin. Me ne accorgo con leggero ritardo, il tempo
che serve a rendere il suo braccio alzato, bicchiere alla mano, piuttosto
imbarazzante. Mi affretto a rispondere al cin-cin e guardo il bicchiere per
centrare il suo.
"Ci si guarda negli
occhi!" mi dice lui, ammonendomi.
"Ed io guardo la birra"
chiudo io.
Le bevute post-cinema hanno un
altro sapore. Quel sapore di discussione, di analisi, di amore per il cinema.
Una birra in pellicola. E bisogna stare attenti che prende subito fuoco.
Il film di stasera è Her di Spike
Jonze. Quello di Being John Malkovich si. Esatto. Ed è stato un
film...mmm...come riassumere le emozioni provate in un breve commento
introduttivo? Beh, diciamo che è uno di quei film che necessitano di una birra
in pellicola dopo averli visti.
Ma beviamola lentamente.
Innanzitutto un pensiero viene
subito alla mente all'exit del cinema: le proprie esperienze di vita, i propri
sentimenti, il proprio passato influiscono decisamente su ciò che un film è;
per ognuno di noi. L'unica cosa in comune è che il cinema...è pura empatia!
E questo mi è subito venuto in
mente guardando Her, perché Her...parla di rotture. La fine di una relazione e
la necessaria rottura con il proprio passato.
"Il passato è solo una
storia che ci raccontiamo a noi stessi" grida il film. E questo è il senso
di Lei.
E siccome il cinema è empatia
questa birra in pellicola era perfetta per me in questo momento.
Vogliamo cadere nel banale?
Cadiamoci: quando finisce una relazione importante c'è un percorso intimo che
noi facciamo che ci porta alla fine a superare quel malinconico momento pieno
di tristezza e rancori. Un percorso più o meno lungo, più o meno doloroso ma di
cui l'inizio e la fine sono chiari: inizia con la fine di una relazione,
finisce con l'inizio di un'altra vita.
Il mio amico ha quasi raggiunto
metà della sua birra e tira fuori una sua teoria sulla vita: dice che la vita
di ognuno di noi non è nulla in confronto all'eternità e che corrisponde ad un
semplice punto schiacciato da una linea retta infinita;
Io non capisco bene questo cosa
centri con la nostra conversazione cinematografica ma gli rispondo dopo un
sorso della mia bionda piccola che quello è solo un modo di vedere la vita;
dall'esterno. Se noi invece andiamo a vedere dal nostro piccolo punto di vita,
con umiltà...possiamo espandere i giorni e vederne ogni attimo dandogli un
valore.
E poi mi viene in mente che è
proprio questo che Spike Jonze fa con Her: prende il momento esistenziale di un
uomo reduce dal fallimento di un amore e lo espande, fotografandolo con un
iPhone di ultima generazione e pubblicandolo su un social qualunque filtrandolo
con Instagram.
"Tu non sai cosa vuol dire perdere qualcuno a cui tieni […] io
aspetto che non m’importi più di lei"
Il mio amico esplode.
"Cristo santo ma non è possibile raccontare la storia d'amore tra un uomo
e un sistema operativo, dai. O per lo meno se è così alla fine falli mettere
insieme per davvero, che ne so: un robot? Che prende le sembianze di donna e la
voce di Samantha! Che cazzo ne so. Ma comunque è assurdo".
Rido. Rido perché anche lui come
molti autori di recensioni che ho letto non hanno capito.
"Tu credi - gli chiedo - che
'Lei' a cui si riferisce il titolo del film sia il sistema operativo? Credi che
la storia d'amore di cui parla il film sia quella con la voce di Scarlett
Johannson?"
No, gli dico. Non è così. La
storia d'amore di cui si parla è quella storia fallita con Catherine, la sua ex
moglie.
La voce, il sistema operativo,
Samantha, l'entità sonora sempre in fase preorgasmica di Scarlett
Ramazzotti...quella non è Lei.
Il Sistema Operativo OS1 serve a
Theodore per un solo motivo: riuscire a rompere con il pesante legame che ha
con il proprio fallito passato.
La metafora del film è chiara,
seguiamone la trama: Theodore e Cathrine sono sposati. Tra di loro inizia ad
andare male. Cathrine lascia Theodore e chiede il divorzio. Theodore passa un
anno a rimuginare e a distruggersi per capire cosa ha fatto di sbagliato, senza
pensare che si è sposati in due, si sbaglia in due e si divorzia in due. Entra
in campo Samantha, il sistema operativo, che con il suo entusiasmo per il
mondo, inizia ad aprirgli gli occhi: si può andare avanti! Theodore accetta di
firmare il divorzio perché crede di essere pronto per una nuova storia (si con
il suo computer) ma…ecco che rientra in gioco Cathrine, o meglio il giudizio
della ex moglie che ha sempre influenzato e continua ad influenzare la vita di
Theodore.
Ed il film, credo io, ha un
preciso significato che si rivela nelle pieghe del dialogo che avviene tra
Theodore e Cathrine quando s’incontrano per firmare le carte del divorzio.
“M’intristisce molto sapere che tu non riesci a gestire emozioni reali,
Theodore” dice Cathrine quando sa
della storia con il laptop e quando una cameriera chiede se andasse tutto bene,
Cathrine parte con la sentenza massima:
“Tutto bene. Eravamo sposati, ma lui non mi sapeva gestire, mi voleva
dare il Prozac e ora sta con il suo portatile!”
Il mio amico ha praticamente
finito la birra e mi guarda con un’espressione diversa.
“Ho capito perché ti è piaciuto
tanto questo film! Mi ricorda tanto…” e lo fermo subito. Ha ragione. Ma non è
di questo che voglio parlare. Gli dico che alla fine tutte le relazioni sono
difficili, che come dice Amy Adams nel film “L’Amore è una pazzia. E’ come se fosse una forma di follia socialmente
accettabile!” e quando lo dico un uomo dal bancone si avvicina; è vecchio,
quasi sull’ottantina, ha degli occhiali spessi e neri e dice con una voce
simile a quella di Oreste Lionello: “questo mi fa pensare a quella vecchia
barzelletta, sapete... Quella dove uno va dallo psichiatra e dice: ‘Dottore mio
fratello è pazzo, crede di essere una gallina’, e il dottore gli dice: ‘perché
non lo interna?’, e quello risponde: ‘e poi a me le uova chi me le fa?’. Be',
credo che corrisponda molto a quello che penso io dei rapporti uomo-donna. E
cioè che sono assolutamente irrazionali, ehm... e pazzi. E assurdi, e... Ma
credo che continuino perché la maggior parte di noi ha bisogno di uova!” e se ne va!
Il mio amico, come se non fosse
successo niente, mi fa: “Ho capito ma…se come dici tu Samantha gli serve solo
come strumento per superare il fallimento del suo matrimonio…perché quella
scena con Amy Adams, quando lui ha dei dubbi sulla sua relazione con Samantha
dopo la discussione con la ex moglie?”
E mentre lo dice mi ricordo la
scena di cui parla, l’altra scena fondamentale che fotografa perfettamente il
nostro Theodore attraverso questo dialogo con l’amica Amy Adams.
“Non so quello che voglio, non lo so mai. Sono sempre confuso e…lei ha
ragione, non faccio che ferire e confondere chi mi sta intorno. E’ possibile
che sia davvero…Cathrine dice che non so gestire emozioni reali.”
“Non Credo sia giusto dire questo…so che lei ha sempre dato la colpa a
te ma…in quanto a emozioni, quelle di Cathrine erano piuttosto mutevoli.”
“Si ma…io ho questa storia perché non sono abbastanza forte per una
relazione reale?”
“Pensi che non sia una relazione reale?
Ed il mio amico finisce la birra
ed esplode di nuovo: “Esatto! NO! Non è una relazione reale, perché dopo questo
film lui inizia a percepirla come tale? Non lo è! E’ un sistema operativo! Un
computer e SI! NON SEI ABBASTANZA FORTE PER UNA RELAZIONE REALE!” ed io rido di
nuovo. Ha ragione ma non ha capito il film, probabilmente.
Theodore ha bisogno di credere
che quella sia una relazione reale per superare il legame che ha con il
giudizio della ex moglie. “Cathrine dice…” è ciò che gli occupa la maggior
parte dei suoi pensieri, e non riuscirà mai ad avere una relazione reale
fintanto che sarà così. Ecco perché è necessario che creda di avere una
relazione reale con il nuovo modello di Siri!
Ed infatti nella seconda parte
del film e sul finale vediamo questo: Theodore sostiene questa relazione che in
realtà si rivela in tutta la sua irrealtà. Samantha inizia ad essere ciò che è
veramente, un computer! E quando alla fine se ne va, perché tutti i sistemi
operativi si rintanano in chissà quale mondo virtuale fatto proprio per loro e
smettono di far finta di essere persone, abbandonando qualsiasi tipo di
rapporto con gli esseri umani…cosa accade a Theodore, apparentemente reduce da
un secondo fallimento d’amore?
…torna a pensare a Cathrine! Ma
non con malinconia. Il film si chiude con una mail/lettera mandata a Cathrine
in cui Theodore dimostra di aver finalmente rotto con il proprio passato e di
essere finalmente pronto a guardare il futuro, meravigliosamente incorniciato
dalla skyline di una LosAngeles/Shangai al tramonto.
“E’ ora di tornare a casa!” dico
al mio amico e faccio per alzarmi. Lui quasi per dare un tono d’ironia finale
rialza il bicchiere vuoto per il cin-cin. Io prendo il mio e guardo il bicchiere
mentre centro il suo.
"Ci si guarda negli occhi!"
mi dice lui, ammonendomi di nuovo.
"Ed io guardo la birra"
ripeto.
Lui risponde: “Ma il bicchiere è
vuoto”.
“Lo so!” e me ne vado.
Mentre torno a casa ripenso alla
mail/lettera di Theodore per Cathrine. Penso che al posto di Theodore e
Cathrine potremmo scriverci qualsiasi nome, potrei scrivere il mio.
E penso a quanto mi piace il
cinema quando mi fa questo.
A quanto adoro le birre in
pellicola.
A quanto amo tornare a casa dopo
un film del genere, passando tra le ceneri della mia di vita…fotografandole con
il mio iphone e instagrammandole con i miei filtri.
Scrivi lettera a Catherine:
Cara Catherine, Sono stato qui a pensare a tutte le cose per cui vorrei
chiederti scusa. A tutto il dolore che ci siamo inflitti a vicenda. A tutte le
cose di cui ti ho incolpato. A tutto ciò che volevo tu fossi o dicessi. Mi
dispiace per tutto ciò…
Ti amerò per sempre perché insieme siamo cresciuti…e mi hai aiutato a
diventare quello che sono. Voglio solo che tu sappia…
…che dei frammenti di te resteranno per sempre in me…e di questo ne
sono felice.
Qualunque cosa tu sia diventata e ovunque ti trovi nel mondo,
Ti mando il mio amore. Sarai mia amica per sempre,
Con affetto,
Theodore.
Invia!
Ciao!
RispondiEliminaHo visto questo film un paio di mesi fa. E' stato come un pugno allo stomaco, come uno schiaffo in faccia e per giorni e giorni non ho fatto altro che pensare a questo film e alla mia vita, così ho cominciato a leggere sul web le varie recensioni, commenti, come se fossi alla ricerca di qualcosa, ma niente, era come se avessi visto un altro film. Ho letto molte recensioni interessanti, ma nessuna che corrispondesse ale mie considerazioni o a quello che avevo "sentito" e poi arrivo qui, ed è come se stessi leggendo i miei stessi pensieri. Non c'è parola che io non condivida. Sei riuscito a cogliera la vera "essenza" del film.
Complimenti e grazie.
Credo semplicemente che...chi condivide omologhe esperienze condivide anche i/le pensieri/opinioni che alle stesse conseguono. Evidentemente abbiamo passati comuni, sbaglio? ti ringrazio per i complimenti.
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